domenica 16 novembre 2014

CANONI DI BELLEZZA FEMMINILE ( Argomento 2014)


Fin dall’antichità la bellezza femminile è stata valutata e misurata sulla base di un modello estetico di riferimento, riconosciuto dalla società in un determinato contesto storico, sociale ed economico.
Dal modello ideale vengono desunti i canoni estetici, cioè le caratteristiche tipiche della bellezza: più una donna si avvicina a quei parametri, più è considerata bella.

Ogni popolo, nel corso della storia, ha definito la bellezza secondo i canoni della propria cultura e ha sempre avuto la pretesa di fissare un criterio di bellezza riconosciuto a livello universale, ma questo inevitabilmente è sempre mutato nel volgere dei tempi.
L’ideale estetico è frutto di costruzioni socioculturali, in quanto è modellato e plasmato dalla società e dalla cultura del momento e, come tale, è soggetto a mutare in relazione al mutare delle mode, dei costumi e delle consuetudini.

Ogni epoca storica ha avuto il suo modello di bellezza ideale, documentato dalle fonti letterarie e iconografiche, che da sempre si sono ispirate alla figura femminile. Il modo di rappresentarla e il ruolo simbolico da essa svolto sono cambiati nel corso dei secoli, di pari passo con il variare del gusto estetico e con il diverso modo di concepire il ruolo della donna nella società.
Che il corpo femminile, realtà anatomica e biologica, sia anche un’entità culturalmente costruita e determinata dal gruppo sociale di appartenenza, è testimoniato dal fatto che ad esso sono stati associati nel tempo significati socioculturali diversissimi, ognuno corrispondente a determinati canoni estetici: dalla fecondità delle veneri preistoriche, dalle forme sovrabbondanti, alla castità delle madonne medioevali, dai corpi esili ed acerbi; dall’opulenza delle matrone romane alla sensualità delle donne barocche, dalle curve e forme procaci.

Un tempo in Europa, e ancora oggi in alcuni Paesi poveri, le forme femminili morbide e abbondanti erano sinonimo di ricchezza: solo le donne ricche potevano permettersi il lusso di non fare attività fisica, quindi di non lavorare, e di mangiare in abbondanza. Solo le donne del popolo e le contadine erano magre perché mangiavano poco e lavoravano molto.
Per lo stesso motivo, dai canoni di bellezza femminile erano banditi i muscoli, troppo mascolini e propri delle donne impegnate nei lavori manuali.

Oggi, al contrario, una donna è considerata bella se ha un corpo magro e scolpito dall’attività fisica.
Anche il candore della pelle è stato per secoli un parametro estetico importante: più le donne avevano la carnagione bianca più erano considerate belle; il pallore era un segno di distinzione sociale. L’abbronzatura, al contrario, era inammissibile: una pelle abbronzata era indice di prolungata esposizione ai lavori esterni, manuali e faticosi.

Oggi un corpo abbronzato in tutte le stagioni è l’ambizione della maggior parte delle donne.

 

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