lunedì 24 novembre 2014

Bellezza e armonia nell’antica Grecia - (argomento 2014)




Bellezza e armonia nell’antica Grecia

La Bellezza è l'unica cosa contro cui la forza del tempo sia vana. Le filosofie si disgregano come la sabbia,le credenze si succedono l'una sull'altra, ma ciò che è bello è una gioia per tutte le stagioni, ed un possesso per tutta l'eternità. (Oscar Wilde)

Denise Maiocchi

Viviamo in una società dove la bellezza esteriore sembra avere più importanza delle qualità morali ed intellettive, dove ci si sottopone ad interventi chirurgici di tutti i generi per raggiungere una bellezza ideale che sfiorirà comunque, dove migliaia di persone si ammalano gravemente per la fissazione di un corpo perfetto,…

Ma che cos’è questa bellezza che tanto ci ossessiona? Essa potrebbe essere definita come una “qualità dei corpi” che viene studiata da tempo immemorabile e che ancora non siamo riusciti a comprendere appieno, né a definire precisamente. Nei secoli ci si è più volte interrogati sulla natura di questa proprietà, e svariate definizioni ne sono sorte, senza che nessuna tuttavia prevalesse sulle altre. Una sola considerazione sembra rimanere invariata: la bellezza è qualcosa che genera piacere in chi la osserva. Ciononostante, diverse questioni rimangono tuttora irrisolte: cosa è brutto e cosa bello? Si può quantificare la bellezza? Essa è una qualità oggettiva o soggettiva? Qual è il suo legame con l’armonia, la simmetria e l’ordine dei corpi?

Grandi pensatori appartenenti a diverse civiltà hanno cercato di rispondere a queste domande, giungendo alle conclusioni più svariate. Tra di essi, il merito più grande va sicuramente attribuito agli antichi greci.

Nel mio lavoro ho scelto di focalizzare la mia attenzione sull’Antica Grecia proprio in quanto a mio parere in nessun’altra civiltà è mai stata data tanta importanza alla ricerca del bello e dell’armonia, della bellezza ideale e del perfetto accordo di quest’ultima con la morale, la politica, la religione e tanti altri ambiti della vita quotidiana. Questa intima fusione dell’estetica con aspetti da noi associati alla vita di tutti i giorni mi ha sempre incuriosita, spingendomi a cercare di ampliare le mie conoscenze su questa civiltà che ho sempre considerato affascinante e ricca di attrattiva.

È poi a mio parere molto interessante studiare il profondo rapporto del popolo greco con l’arte in tutte le sue espressioni, soprattutto considerandolo in relazione alla nostra quotidianità, nella quale all’arte è riservato uno spazio sempre più ridotto e marginale. Un baratro enorme ci divide infatti da quell’affascinante civiltà che ornava le proprie città con capolavori scultorei e pittorici, che ha prodotto opere letterarie studiate ed imitate nei secoli successivi e tuttora conosciutissime, che ha fatto del teatro una disciplina artistica a tutti gli effetti e la cui massima aspirazione era quella di raggiungere la perfezione estetica in tutto ciò che produceva.

Un’ultima ragione che mi ha spinta a focalizzare la mia attenzione su questo periodo storico è stata la considerazione che i concetti estetici elaborati in questa era sono sorprendentemente validi ancora oggi, dopo più di due millenni. Questa osservazione mi ha indotta a cercare i motivi per cui certi canoni sono cambiati ed altri sono rimasti immutati, giungendo così anche alla parte più scientifica di questo lavoro, in quanto per studiare l’evoluzione dei canoni è necessario utilizzare concetti biologici ed antropologici, studiare l’evoluzione dell’uomo, del suo corpo e delle sue abitudini, nonché della sua sessualità.

Nel mio lavoro cercherò di ricavare da diversi ambiti quotidiani (arti figurative, filosofia, mitologia, letteratura) un’idea la più precisa possibile del concetto di bellezza sviluppato al tempo dell’antica Grecia e di individuare i canoni corporei femminili e maschili vigenti in questo tempo per poi paragonarli a quelli del giorno d’oggi.

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