Una
gran folla di giovani e meno giovani si accalcava davanti all’ingresso sulla
antica piazza d’armi (Villa Bonanno) della Questura il 30 di luglio. Un giorno
come tanti altri per i questurini.
Un
giorno di euforia e di esultanza per l’associazione antirakett giovanile della città!
Accoglieva festosamente l’arresto di una intera banda mafiosa dedita alle
estorsioni e del loro capo che era il mandante dei killer di un noto imprenditore palermitano
che non si era piegato mai ai “Signori del pizzo”.
Una
fetta di cupola che veniva sfrattata dalla sua abituale residenza e trasferita
all’Ucciardone (alla villeggiatura!).
Il
commissario Tantillo guardava tutto dalla sua finestra e non aveva alcun
sommovimento o guizzo d’orgoglio per quella pesca miracolosa. Tutto era andato
secondo i piani e gli sdilinquenti erano
stati presi nel sonno. Ora bisognava mostrarsi esuberanti e voraci e
trasmettere a tutti la voglia di assestare il definitivo knock out alla SpA
del Pizzo: la Mafia.
Solo
che Tantillo non riusciva a gioire come gli altri perché era così di natura
sua, scucivolo[1]!
Non era
affatto convinto che quell’arresto, per quanto clamoroso, avesse segnato un punto
da cui non si torna indietro a favore dei cittadini onesti su quelli disonesti.
Era scettico e disilluso dalla troppe aspettative tradite. Ma c’era anche un
altro perché: aveva in testa il suo caso che più passavano i giorni e più
diventava imbarazzante e stracciato.
Vedi che cose. Io mi devo occupare di un
cavallo ammazzato e di un cane impiccato, chi sarà il prossimo un gatto o un
topo dell’Albergheria?
E si,
perché dopo la barbara ammazzatina
del cavallo di Don Aspano avevano ammazzato, impiccandolo al balcone della sua
amante, Rosetta Polla in arte a Tri Mutura,
che possedeva un quartino( casa e putia)
a porta Sant’Agata quasi sul Corso Tukory, il cagnolino della di lui compagna,
l’altra, la consorte. Un piccolo Chihuaua, mischineddu,
ca pareva un surci carutu nta quacina[2]!
Questo prendersela con animali indifesi e
innocenti è una cosa insopportabile, assurda e da condannare senza pietà con il
taglio dei …. Rimuginava tra se e se il commissario,
scorrendo le fotografie della scena che ritraevano anche la Signora Giuseppina
Scognamiglio in Cinquemani che sbraitava contro a Tri mutura! Forse la chiamava
col suo titolo di studio. Sicuramente, come è normale in queste scene fatte ad
arte per la Polizia dai criminali, la accusava di averle ammazzato il cagnolino
a cui era più affezionata che al marito!
Entrò
nell’ufficio del Funzionario, in quel naufragio di indizi e di particolari più
o meno significativi, ogni sbirro ha una sua modalità di indagine e Tantillo è
uno molto particolare - sarà per questo che a lui capitano sempre matasse
scombinate da sgrovigliare, l’agente Totuccio Strano.
-
Commissario tra dieci minuti c’è la conferenza stampa del Questore e lei ….-
- Ci
sarò. Non ti preoccupare di questo. Preoccupati più tosto di verificare l’alibi
della Pulla!-
-
Pulla? Commissario?-
-
Scusa, Polla. Rosetta Polla, l’amante di don Aspano!-
- Ah!
Lei vuole dire a Tri Mutura?-
-
Quello che voglio dire lo sai, vedi di chiudere questo fascicolo entro oggi
pomeriggio. Sono stato chiaro?-
- Forte
e chiaro dottore Tantillo. Vado l’ammazzo e torno!-
- Vai e
vedi di non farti … ammazzare tu dalla Signora Rosetta! Ah?-
Andato
via l’agente Strano, Tantillo fu
chiamato dal segretario del Questore e si allontanò dal suo ufficio, chiudendo
a chiave la stanza, con il suo fardello di tessere di un Puzzle senza un
disegno preciso da copiare. La conferenza è più importante del lavoro. Ordini
superiori.
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