lunedì 20 marzo 2017

La cintura di castità

La leggenda della cintura di castità, uno tra i più morbosi e atavici tabù maschilista, è stata oggetto di uno studio, da parte di archeoetnologi e sociologi, che ha portato alla scoperta che l'uso di questo aggeggio non era poi così scontatao e funzionale e, come corollario e rappresentazione al pubblico, alla realizzazione di una mostra a Budapest che ha messo in evidenza quanto falsa e ipocrita sia la "storia" di questa mitica attrezzatura salvifica che doveva allontanare il "peccato carnale" dalle donzelle medioevali. Certo, il mito del cavaliere che parte per la crociata e lascia la sua bella con una robusta cintura di castità che  salvaguarda il suo onore, ...alla luce di questo lavoro scientifico, appare una macchietta, una farsa.
Ugo Arioti
"L’immagine del cavaliere che parte per le Crociate lasciando l’amata sotto la protezione di una cintura di castità è un falso storico. Questo è l’argomento della mostra “Storie segrete della cintura di castità. Mito e realtà” allestita a Budapest (Ungheria). Aperta ai maggiori di 16 anni, l’esposizione conta venti esemplari di cinture e altro materiale per spiegare questo mito nato durante l’Illuminismo e come si è evoluto. Tra lucchetti e denti di metallo la domanda dei visitatori è: come si poteva sopravvivere a questi strumenti? Katalin Végh, vicedirettrice del museo, spiega che fino agli Anni 90, sia nella cultura popolare sia negli studi scientifici, si pensava ancora che venissero usate per garantire la fedeltà delle mogli durante le Crociate dei mariti. Basta osservarle per capire come possano essere fonte di ferite e infezioni e abbiano serrature relativamente facili da aprire. Con l’arrivo del nuovo millennio gli studi si sono soffermati sui materiali scoprendo che questi oggetti erano tutti falsi del XIX secolo. Il mito della cintura di castità risale al tempo dei Romani in cui si parlava di nastri e corde ma erano intesi come simboli di castità o verginità, non oggetti reali. Partendo da questo ragionamento alcuni studiosi sono arrivati alla conclusione che anche nel Medioevo (compresi nei testi di Boccaccio e Rabelais) le cinture di castità avevano un chiaro significato simbolico. Sul finire del XIX secolo la masturbazione era vista come un peccato ed ecco che le cinture di castità divennero realtà e un rimedio. Ci sono brevetti di inizio ’900 che spiegano l’utilità di questi strumenti per evitare che i giovani si masturbassero. Queste cinture “moderne”, in cui il cuoio ha sostituito il metallo, vennero anche utilizzate per proteggere le donne dalle violenze sessuali in un periodo nel quale iniziavano ad affacciarsi a mondi ritenuti fino ad allora solo maschili come le fabbriche".

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