Tutto cambia perche nulla cambi …
Ci
lamentiamo che tutto va male, ma non sappiamo discernere le ragioni che ci
hanno portato sin qui. Perché una Regione come la Sicilia, che pur con le sue
commisture politico – mafiose e baronali, stava alzando la testa rispetto alle
regioni consorelle del sud oggi si trova in fondo alla scala sociale ed
economica del Paese? La risposta che voi tutti dareste è sempre la stessa: la
politica, che, tradotto, significa: “hanno fatto politica per occupare
posizioni piuttosto che per pensare al futuro di tutti noi”. La politica, in
buona sostanza, è diventata una merce o una professione che serve per tirasi
fuori, alla grande, dalle secche della “povertà”. Una volta si mandavano i
figli a fare la nobile arte del “carabiniere”, oggi si mandano a fare politica
e più ignoranti sono e meglio è. Con buona pace di tutti il sistema delle
raccomandazioni, delle clientele e della corruzione hanno portato ad un
immobilismo atavico e senza soluzioni di continuità nell’apparato
amministrativo, vero cimitero di elefanti. Pensate che in Sicilia negli ultimi
trent’anni è stata realizzata una sola vera struttura nuova nel settore
pubblico: l’aeroporto di Comiso. Nato, comunque, nel sito di un aeroporto
militare esistente. Le infrastrutture pensate e gestite dalla regia regionale
sono ormai sorpassate e dobbiamo sperare che non vengano realizzate, perché in
molti casi sarebbero un grave danno all’ambiente e al territorio già così
sfruttato e martoriato. È vero che qualcuno ha tentato di fare un ragionamento
sull’agricoltura e sul turismo, soprattutto pensando a uno sviluppo sostenibile,
ma è stato sempre stoppato da un apparato che non vuole alcun progresso e che
si estende dagli UTC ai Dipartimenti regionali e arriva fino al TAR. I partiti
politici? Sono l’ombra di quello che erano stati negli anni ‘70 e ’80, oggi
completamente disgregati e privi di un progetto chiaro e identificabile. I
sindacati? Slegati e sempre più versati a pensare alle tessere piuttosto che ai
diritti dei cittadini tutti. Difettano dello stesso stato di impoverimento
culturale di cui fa grande sfoggio la classe politica siciliana. Potremmo dire,
con il Principe don Fabrizio Salina: Tutto cambia perche nulla cambi. Lo
diciamo a “Manfredi” che con l’impeto e il delirio di onnipotenza dei giovani
si lancia contro le mura del vecchio regime borbonico abbracciando il vento
liberale dell’armata delle camicie rosse di Garibaldi. Ma il popolo siciliano
di oggi non è nipote di un principe, ma
figliastro di un pensiero autonomista che non ha visto mai uno sviluppo
positivo, anzi è stato umiliato dai politici tutti che si sono alternati in
questi anni a segnare un posto sullo scranno del Palazzo del principe d’Orleans!
Il difetto? Il difetto di tutto questo apparato è l’ignoranza. Dai vertici alla
base non si fa che ripetere che per far funzionare la macchina amministrativa
occorrono “appoggi esterni” ( le società di "assistenza”,- AT FESR - AT FSE - Deloitte Rendicontazioni -AT "Caronte" S.I. e NVP etc. etc., che entrano a costi
elevatissimi dentro gli uffici regionali e costruiscono un ennesimo strato di
clientele per dirigenti generali troppo stupidi per capire che quello che deve
funzionare e semmai deve essere snellito è il Dipartimento, senza alibi o
coperture politiche). Sto pensando ad alta voce quello che anche voi sapete e
non volete esplicitare per paura di perdere le vostre meschine utilità di
sistema?
Ai
posteri l’ardua sentenza, Ugo Arioti
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