martedì 26 novembre 2013

Tutto cambia perche nulla cambi …


Tutto cambia perche nulla cambi …

Ci lamentiamo che tutto va male, ma non sappiamo discernere le ragioni che ci hanno portato sin qui. Perché una Regione come la Sicilia, che pur con le sue commisture politico – mafiose e baronali, stava alzando la testa rispetto alle regioni consorelle del sud oggi si trova in fondo alla scala sociale ed economica del Paese? La risposta che voi tutti dareste è sempre la stessa: la politica, che, tradotto, significa: “hanno fatto politica per occupare posizioni piuttosto che per pensare al futuro di tutti noi”. La politica, in buona sostanza, è diventata una merce o una professione che serve per tirasi fuori, alla grande, dalle secche della “povertà”. Una volta si mandavano i figli a fare la nobile arte del “carabiniere”, oggi si mandano a fare politica e più ignoranti sono e meglio è. Con buona pace di tutti il sistema delle raccomandazioni, delle clientele e della corruzione hanno portato ad un immobilismo atavico e senza soluzioni di continuità nell’apparato amministrativo, vero cimitero di elefanti. Pensate che in Sicilia negli ultimi trent’anni è stata realizzata una sola vera struttura nuova nel settore pubblico: l’aeroporto di Comiso. Nato, comunque, nel sito di un aeroporto militare esistente. Le infrastrutture pensate e gestite dalla regia regionale sono ormai sorpassate e dobbiamo sperare che non vengano realizzate, perché in molti casi sarebbero un grave danno all’ambiente e al territorio già così sfruttato e martoriato. È vero che qualcuno ha tentato di fare un ragionamento sull’agricoltura e sul turismo, soprattutto pensando a uno sviluppo sostenibile, ma è stato sempre stoppato da un apparato che non vuole alcun progresso e che si estende dagli UTC ai Dipartimenti regionali e arriva fino al TAR. I partiti politici? Sono l’ombra di quello che erano stati negli anni ‘70 e ’80, oggi completamente disgregati e privi di un progetto chiaro e identificabile. I sindacati? Slegati e sempre più versati a pensare alle tessere piuttosto che ai diritti dei cittadini tutti. Difettano dello stesso stato di impoverimento culturale di cui fa grande sfoggio la classe politica siciliana. Potremmo dire, con il Principe don Fabrizio Salina: Tutto cambia perche nulla cambi. Lo diciamo a “Manfredi” che con l’impeto e il delirio di onnipotenza dei giovani si lancia contro le mura del vecchio regime borbonico abbracciando il vento liberale dell’armata delle camicie rosse di Garibaldi. Ma il popolo siciliano di oggi non è nipote di un  principe, ma figliastro di un pensiero autonomista che non ha visto mai uno sviluppo positivo, anzi è stato umiliato dai politici tutti che si sono alternati in questi anni a segnare un posto sullo scranno del Palazzo del principe d’Orleans! Il difetto? Il difetto di tutto questo apparato è l’ignoranza. Dai vertici alla base non si fa che ripetere che per far funzionare la macchina amministrativa occorrono “appoggi esterni” ( le società di "assistenza”,- AT FESR - AT FSE - Deloitte Rendicontazioni -AT "Caronte" S.I. e NVP etc. etc., che entrano a costi elevatissimi dentro gli uffici regionali e costruiscono un ennesimo strato di clientele per dirigenti generali troppo stupidi per capire che quello che deve funzionare e semmai deve essere snellito è il Dipartimento, senza alibi o coperture politiche). Sto pensando ad alta voce quello che anche voi sapete e non volete esplicitare per paura di perdere le vostre meschine utilità di sistema?

Ai posteri l’ardua sentenza, Ugo Arioti

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