giovedì 7 gennaio 2016

Amare non è sinonimo di picchiare

Amare non è sinonimo di picchiare
 
Non sapeva cosa significasse l'amore. Aveva forse sei anni, sette, o giù di lì. Non sapeva cosa fosse, ma era curioso di saperlo.
-Mamma cos'è l'amore?-.
-Quando due stanno insieme- disse la madre mentre lavava i piatti. Lo disse con un tono quasi frettoloso, giusto perché suo figlio chiudesse la bocca. Il bambino se ne andò soddisfatto, tuttavia. Per tutto il giorno guardò il mondo come se fosse pieno d'amore: tutte le persone sedute a fianco nel tram, spalla a spalla al bancone di un bar per un caffè, a salire insieme una scala, ad entrare in una porta. Sembravano tutti innamorati e il bambino sorrideva.
Poi una sera i cartoni animati avevano finito di divertirsi in tv e il bambino scese dalla sua cameretta a dare la buonanotte a mamma e papà. Ma quando scese giù in cucina, c'era solo un gran frastuono. Si affacciò furtivo e vide suo padre sbraitare gesticolando fortemente. Tra una parola e l'altra poi lo vedeva tirare degli schiaffi sul viso della madre che piangeva a dirotto. Il bambino pianse e scappò in stanza disperato. La mamma si accorse del piccolo e ancora in lacrime e piena di lividi lo seguì in stanza. La porta della cameretta era chiusa e si sentivano i suoi singhiozzi di sottofondo. La madre allora si rassettò, cercando di asciugarsi le lacrime e aprì piano la porta cigolante. Nel buio della cameretta, tra mille giochi in disordine il piccolo continuava a piangere e mugugnare.
-Ehi piccolo, perché piangi?-.
Il bambino si girò di scatto con gli occhioni gonfi.
-Perché mamma sei una bugiarda. Quello non è amore-.

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