martedì 19 gennaio 2016

Tempo di revisione - racconto di Marco Pomar



– Buongiorno, sono qui per la revisione.
– Bene. Diamo una controllata generale. Quando è stata l’ultima volta?
– Beh, ecco… Veramente io non l’ho mai fatta.
– Ahi.
– È grave?
– No, spero di no. Sarà forse un po’ più costoso.
– Vabbè, comunque è una spesa che va fatta.
– Direi proprio di si. Allora: controlliamo le convergenze sentimentali. Vediamo un attimo… Si, sono da cambiare.
– Da cambiare?
– Guardi lei stesso. Qui c’è l’usura degli anni. A quanto pare ha messo sotto sforzo parecchio le spatole.
– Le spatole?
– Si, che poi se le convergenze sentimentali sono usurate vorrà dire che anche il senso di colpa sarà quasi completamente esaurito. Cosa le dicevo? Un altro po’ e lei mi combinava qualche omicidio…
– Ma quale omicidio?
– Signore mio, senza più un briciolo di senso di colpa si commettono nefandezze inimmaginabili. Mi dispiace ma dobbiamo mettere una fornitura intera.
– Ma non ci sono più abituato ai sensi di colpa. Non possiamo reintegrare giusto un attimino?
– Attimino un corno. Mi faccia dare una controllata al cinismo. Oddio, ecco qui. Lo sapevo.
– Che sapeva?
– Il cinismo ha debordato. Dobbiamo cambiare le guarnizioni e sigillare il tutto.
– Ma perché?
– Perché altrimenti il cinismo supera i livelli di guardia, raggiunge la zona del sentimento, e siamo fritti.
– Siamo fritti?
– Ma certo amico mio. Le pastiglie della serenità almeno le ha cambiate ogni due anni?
– Si, quelle si!
– Sicuro?
– Oddio, proprio ogni due anni forse no. Ma una volta le ho cambiate sicuro. Questo me lo ricordo.
– Io non so come ha fatto ad arrivare sin qui, signore. Non oso pensare in che stato troverò la coscienza!
– No, guardi, la mia coscienza è perfettamente a posto. L’ho usata pochissimo.
– Ecco, appunto. Preparo una coscienza nuova ultimo modello. Quelle marca Zeno non si usano più.
– Ma quanto dovrò spendere?
– Lasci stare. Le farò un trattamento di favore. Vedo che la memoria tutto sommato è in uno stato accettabile…
– Accettabile? Io mi ricordo tutto, egregio signore. Ho una memoria da elefante. Posso dirle pure cosa si mangiava dai miei nonni la domenica.
– Non si illuda, dicono tutti così. È perché non sapete che esistono i falsi ricordi.
– I falsi ricordi?
– Si, coprono con desideri repressi i buchi neri dell’inconscio. A proposito: a inconscio come siamo messi?
– E come siamo messi? Me lo dica lei.
– Per quello devo fare un controllo accurato. Non basta un’occhiata superficiale. Ma sono altri duecento euro, glielo devo dire.
– No, se non è necessario no. Evitiamo.
– Come vuole. Ma se incontra una pattuglia della PS, lei è in difficoltà.
– La Polizia Stradale?
– No, la Pulizia Sentimentale.
– Perché, cosa possono farmi?
– Quelli controllano tutto, e ci mettono poco a scoprire le magagne dell’inconscio. A ritirarle la patente di seduttore non ci mettono niente.
– Ma io non ce l’ho la patente di seduttore!
– Ah, peggio mi sento! Quindi ha sedotto finora senza patente. Senta, io non voglio sapere nulla. Altrimenti dovrei denunciarla alla SUCA.
– A che?
– Alla Società Unica Coscienze Avariate. Loro rottamano senza aggiustare.
– Forte!
– Se le piace così!
– No, a me no. Guardi, mi metta tutto a posto, convergenze sentimentali, coscienze, inconscio e altri cazzi. Voglio vivere sereno.
– Sereno? Allora deve restare in laboratorio almeno un altro mese. La rivolto come un calzino, sistemo tutto, e poi le rilascio la certificazione ISO, UNI, UNESCO, AISCAT, Anica, Amat, Atac e Aci. Sarà un uomo nuovo.
– Un uomo nuovo e rovinato, immagino.
– Non si preoccupi. Tariamo il minimo più basso, così potrà vivere con poco. Abbassiamo il livello delle aspettative, tarocchiamo le ambizioni, e siamo a posto.
– No, guardi, lasci stare. Tarocchi a sua sorella. Io ho alte ambizioni, e la mia coscienza funziona benissimo. Mi tengo il mio cinismo, sto bene così e risparmio pure.
– Ma come fa? Se la fermano?
– Rischio. Arrivederci.
– E se le dico SUCA?
– Lo dica a sua sorella, dopo averla taroccata. Addio.

Marco Pomar

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