domenica 14 luglio 2013

GESTISCONO A LORO VANTAGGIO ANCHE IL CANCRO, LE BIG PHARMA



 
 
Nel Mondo che le Banche e le multinazionali capitalistiche sia occidentali che orientali gestiscono, come fosse il proprio orto, schiavizzando la gente e arricchendosi distruggendo l’ambiente, le più pericolose “ sorelle” sono le Big Pharma( Industrie farmaceutiche) che gestiscono la salute degli uomini e degli animali sul nostro Pianeta secondo i loro sporchi interessi e non secondo criteri di GIUSTIZIA SOCIALE E DI SOLIDARIETA’. Il caso della chemioterapia per curare senza curare, anche uccidendo il paziente, è emblematico. Abbiamo fatto un percorso di ricerca che ci ha lasciati esterrefatti e sbigottiti difronte al fatto che sono loro che stabiliscono le cure da fare anche se si sa che non servono a niente. Prima viene l’utile e poi l’uomo. NOI NON CI STIAMO.

Pauperes Commilitones Crhristi,  Nuovo Umanesimo, Scuola di Ecologia Culturale EM,

 


Una parte considerevole dell’industria farmaceutica vive sul business del cancro. Trent'anni fa i tumori si curavano con la chemioterapia e la radioterapia e non guarivano, adesso continuano ad essere curati con la chemioterapia e la radioterapia e continuano a non guarire. Contemporaneamente mentre la diagnostica ha fatto passi giganteschi, (basta pensare che 30 anni fa non esistevano l’ecografia, la TAC e la risonanza, mentre adesso abbiamo apparecchiature in grado di trovare neoformazioni di 1 cm o meno in qualunque parte del corpo) la terapia è rimasta ferma. La chemioterapia guarisce i tumori dei testicoli e ha discreti risultati nella terapia delle leucemie e dei linfomi. Punto.

In tutti gli altri casi molto spesso ci sono risposte immediate (che fanno illudere il paziente), a volte parziali, a volte complete, a volte nulle, ma nella maggior parte dei casi non si fa altro che riproporre la chemioterapia. Successivamente, sia in caso di non risposta, sia in caso di recidiva si persevera con la chemioterapia, anche quando ormai, diventa chiaro che il risultato è nullo: non viene presa in considerazione mai, nessun tipo di terapia naturale. Ma possibile che in trent'anni non siano mai state trovate alternative?

È sufficiente navigare un po' su internet e mettere le paroline giuste e trovi tante cose interessanti: si trovano tante verità come questa: http://shop.luogocomune.net/cancro-le-cure-proibite_2093130.html. Si trovano tante terapie alternative: ipertermia (a Pavia c’è il dr Pontiggia che cura il cancro con buoni risultati). Il metodo Simoncini. Terapia Gerson. Terapia di Zora. Prodotti naturali efficaci come Essiac, cartilagine di squalo, uncaria tomentosa e molte altre. Mentre si fanno lunghi elenchi di medici catalogati come “eretici”.

A questo punto, in chi ha capito come si ragiona nel mondo attuale sorge una domanda: quanto costa la chemioterapia? Tantissimo. Dipende dal tipo di farmaco ma alcuni di essi arrivano a costare fino a 1500 euro a dose giornaliera. Le terapie alternative ovviamente costano molto meno, ma, nel caso che costino 10 volte meno, la gente rinuncia perché sono troppo cari. Nel caso della chemio non sono troppo cari perché paga Pantalone, ossia lo stato, cioè noi. CHIARO IL CONCETTO?

Negli anni ’90 esplode sulla scena la Terapia Di Bella: accadde giusto grazie ad un giudice di un piccolo paesino della Puglia, che ha preso in mano una causa di una persona che si rifiutava di fare le terapie tradizionali per la propria figlia, che le erano state imposte dai medici pena la denuncia. Vennero fuori decine di casi miracolati. Se ne parlò tantissimo. Non si poté fare a meno di fare una sperimentazione ufficiale: pazienti scelti tutti con un piede nella fossa, farmaci scaduti. Risultato: la Terapia non funziona. In commissione di valutazione, manco a dirlo c’era anche Sorriso Rassicurante (cioè il Prof. Umberto Veronesi). Da allora tutto fu messo a tacere. Tuttavia ci sono ancora medici che la praticano con buoni risultati.

Ricordo ancora un‘intervista a Veronesi fatta allora: «professore, non pensa che le vitamine A, C ed E possano avere qualche effetto preventivo?». «Mah,.. si, forse la vitamina A (le altre due, che sono quelle più facilmente reperibili, per le quali non c’è bisogno di fare attenzione alla dose, cominciamo a silurarle); ma bisogna sperimentare». …. CAZZO! BISOGNA SPERIMENTARE LE VITAMINE! E’ noto infatti che le vitamine siano state scoperte nel ’98, prima non esistevano! Ponendo anche per buona questa assurdità, adesso siamo oltre il primo decennio del 21° secolo, COME E’ ANDATA LA SPERIMENTAZIONE PROFESSORE? (....)

"Io, oncologo vi spiego perché la

Medicina esclude Di Bella"

Paolo Lissoni, oncologo al San Gerardo di Monza, mette in luce i punti di forza e le debolezze della terapia Di Bella e conclude: "Quando le terapie tradizionali falliscono si potrebbe applicare la Di Bella".

Paolo Lissoni, 57 anni, oncologo e endocrinologo. Lavora all’ospedale San Gerardo di Monza dal 1985. E’ stato premiato dal National Cancer Institute di Washington per le sue ricerche sulla ghiandola pineale, su questo argomento ha pubblicato 600 lavori.

Il reparto di oncologia di Monza è l’unico in Italia che offre, accanto alle tradizionali, una terapia “complementare”.

Ossia?
“Il campo delle terapie alternative anti-cancro (usate in abbinamento a chemio e radio) è estesissimo: vischio, aloe, graviola, veleno di scorpione, curcuma, mirra. Noi abbiamo dato la priorità alle sostanze naturalmente prodotte dal nostro corpo. La ghiandola pineale produce melatonina e altre quattro molecole derivate da aminoacidi. Sono molecole – fondamentali nel regolare il sistema immunitario, nel dosare le endorfine (che danno benessere) e nel favorire i processi di coscienza - che variano a seconda delle ore della luce”.

Quindi proponete la melatonina ai pazienti oncologici?
“Si sa da anni che un ammalato di cancro produce livelli bassissimi di queste sostanze prodotte dalla pineale, melatonina soprattutto. Tutti i processi psico-chimici sono alterati in chi ha un cancro”. Date melatonina dopo o durante la chemio? “Dopo e durante per ridurre la tossicità dei chemioterapici. La melatonina ha proprietà antiossidanti, azione anti-proliferativa, potenzia il sistema immunitario (accresce il rilascio dell’interleuchina 2 dai linfociti T), contrasta la carenza di piastrine e la cachessia che sono la debolezza e il dimagrimento tipici di chi fa una chemio…”

La scoperta di Luigi Di Bella…

“Esattamente, tutto il mondo deve essergli grato per questo. La melatonina mette in moto almeno 20 meccanismi antitumorali…”

Però non tutti gli oncologi ci informano di questo …

“Noi lo facciamo”.

Date la melatonina in ospedale?

“Anni fa sì, ora non più. La prescriviamo e si compra in farmacia fra i prodotti da banco”.

Parliamo di Di Bella?

“L’argomento mi coinvolge affettivamente. Negli anni Ottanta conobbi Luigi Di Bella, lo contattai per confrontare con lui i miei studi sulla ghiandola pineale. Trovai un terreno comune ma i miei tentativi di conciliare le due oncologie, la tradizionale e la dibelliana sono tristemente falliti…”

Come mai?

“Da un lato c’è l’ottusità mentale dell’oncologia tradizionale che non conosce o non vuol conoscere gli aspetti biologici, dall’altro la terapia Di Bella che ha avuto (e ha) il grosso limite di non essersi espressa attraverso una sperimentazione clinica”.

Però c’è chi guarisce dal cancro con la Di Bella.

“Non basta dire: uno è guarito. Quanti pazienti sono andati bene e quanti male? Questa situazione va avanti da 25 anni. La multiterapia Di Bella deve seguire la sperimentazione clinica che tutto il mondo segue. Sennò si fa confusione, non si comprenderà mai l’efficacia della cura tradizionale rispetto alla Di Bella”.

Se fosse lei a decidere come si comporterebbe?

“Raccoglierei i dati e unirei le forze: ai malati che non rispondono alle cure ufficiali darei la Di Bella”.

Quindi la proporrebbe dopo che si è accertato il fallimento della terapia tradizionale, perché?

“Potrebbe essere un modo per conciliare le posizioni scientifiche e per poter testare finalmente i risultati sul campo. Anche lei mi sta confermando che ha raccolto molto storie di pazienti che dopo il fallimento della tradizionale si sono trovati bene con la Di Bella…”

C’è un altro limite del metodo Di Bella?

“L’aspetto immunologico nella cura del cancro è noto da pochi anni, so che Giuseppe Di Bella ogni tanto inserisce al cocktail anche le interleuchine 2 (sostanze prodotte dai linfociti T) per potenziare il sistema immunitario”.

Un aspetto positivo della terapia Di Bella (oltre alla melatonina?)

“Il fatto di somministrare chemioterapici a piccole dosi è stata una geniale intuizione di Luigi Di Bella, oggi si inizia a praticare la “metronomica” che significa appunto curare con dose minima di chemioterapici a intervalli di tempo brevi”.

Piccoli dosi per evitare il fenomeno della chemio-resistenza?

“Questo aspetto va ancora studiato.

Quel che è certo però è che le piccole dosi non intossicano l’organismo e hanno effetti immunostimolanti e antiangiogenetici (ossia impediscono la formazione di nuovi vasi sanguigni necessari al tumore per crescere).

Allora pro o contro Di Bella?

“Non ha senso dire ‘pro o contro’, io direi: ognuno dia il meglio di sé e la cosa funzionerebbe se il dialogo fosse solo scientifico, ma è chiaro che entrano in gioco altri interessi. La terapia Di Bella è la punta dell’iceberg che dischiude una tematica immensa: il rapporto tra la scienza e la cultura umana”.

I medici sono i primi a non credere alla chemioterapia
Il caso di uno dei più grandi esperti al mondo

 

Se pensate che tutti i medici siano davvero convinti dell'efficacia delle cure che propinano ai loro malati e che nel caso siano loro ad ammalarsi di cancro si sottopongano alle stesse cure di chemioterapia e radioterapia che prescrivono ai loro malati siete degli illusi. Se non ci credete leggete questa storia.

Sidney Winawer è un oncologo direttore del Laboratorio di Ricerca per il Cancro al Memorial Sloan-Kettering Cancer Center di New York, uno dei centri più importanti del mondo. Per capirne l'importanza, pensate che è stato l'ospedale a cui si è rivolto Giovannino Agnelli. Per decenni ha praticato la chemioterapia a tutti i pazienti, metà dei quali sono deceduti. Ma un giorno la diagnosi è toccata a sua moglie...

Alcuni di voi probabilmente si aspetterebbero di sentire che il dottor Sidney Winawer abbia sottoposto la moglie alle stesse cure che per decenni ha dato, con tanta convinzione, a tutti i malati. Ebbene no. Ben consapevole dei danni catastrofici e dell'inutilità assoluta di quel tipo di cura (come ammetterà più tardi nel suo libro "Dolce è la tua voce", Positive Press, 1998) Non la sottopone a nessuna chemioterapia o radioterapia, ma si affida alla... somatostatina (quella di Luigi Di Bella)! E la moglie guarisce! Questa è la Storia che lui stesso racconta...

Redazione Secem con associazioni di progresso e libertà

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