LA CORRUZIONE
IN ITALIA MALE DI SISTEMA
1. I RISCHI DELLA
DISCREZIONALITA'
Esaminiamo alla luce degli studi e della
pratica quotidiana come e perché l’Italia è uno dei Paesi in cui la CORRUZIONE è
un male di sistema. Cominciamo dai rischi della discrezionalità. Molti degli
scritti che abbiamo scelto sono degli anni 90, ma ci siamo accorti che il
sistema, nonostante vari scossoni e magistrati attenti, purtroppo è sempre
uguale. Ci resta la speranza che le giovani generazioni sappiano debellare
questo male.
La
discrezionalità è un'arma a doppio taglio in quanto, se conferita ad un
soggetto onesto e valido, può portare grandissimi benefici, ma, nel caso in cui
sia data a soggetti disonesti, inclini alla corruzione, o semplicemente non
validi, può causare gravissimi danni.
Siccome
è sempre in uso il detto "fidarsi è bene, non fidarsi è meglio", si è
cercato, negli ultimi decenni, di regolamentare il più possibile gli atti
amministrativi. Se questo, da un lato, può evitare speculazioni o errate
interpretazioni delle norme, di contro può avere effetti perversi. La
regolamentazione ha, infatti, la funzione di istruire i funzionari allo scopo
di guidarne e coordinarne l'azione, e, allo stesso tempo, di prevenire la
discrezionalità e quindi l'eventuale trattamento privilegiato di determinati
cittadini.
La
regolamentazione, in realtà, deriva da una mancanza di fiducia nei confronti
del singolo funzionario. Ne conseguono lentezze ed inefficienze della macchina
amministrativa che hanno l'effetto di danneggiare l'utente. Le continue
proteste e lamentele di quest'ultimo fanno si che ai funzionari venga data la
possibilità di prendere decisioni discrezionali e, siccome l'imparzialità
assoluta non esiste, si darà luogo a delle distorsioni applicative della norma.
Il
passo successivo verso la corruzione è molto breve e, nel giro di poco tempo, i
provvedimenti dovuti vengono venduti dal funzionario il quale, forte del fatto
che il tempo e le procedure d'attuazione si siano trasformati in risorsa
scarsa, utilizza quest'ultime come sua proprietà privata. Il concetto di
"corsia preferenziale" illustra bene il meccanismo:
"Ciò che
il funzionario vende all'utente è il diritto di accesso ad una corsia
preferenziale che gli permette di accedere alla decisone che lo interessa,
superando senza ostacoli, anni, per dir così, di traffico, che tali son da
considerare le pratiche da evadere che ingorgano la corsia ordinaria. L'effetto
finale è la reintroduzione del privilegio e dell'ineguaglianza di trattamento
che si volevano evitare con la regola rigida."
(Pizzorno A.,
1992 p. 55)
Redazione
Secem
la corruzione, purtroppo, è un male che nasce con l'uomo e morirà con noi...come la delinquenza, bisogna mettergli un argine cmq
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