Il deputato dell'Assemblea
costituente ucciso questa mattina, raggiunto da una raffica di 11 colpi d'arma
da fuoco davanti alla sua abitazione e sotto gli occhi dei familiari. Cresce la
tensione nel Paese, nel giorno della Festa della Repubblica e a sei mesi di
distanza dall'omicidio di Chokri Belaid, altro leader del fronte di opposizione
di Paolo
Hutter | 25
luglio 2013
Ci
corre l’obbligo di seguire le vicende di questo Paese del Nord Africa perché sono
in gioco LIBERTA’ e DIGNITA’ DI UN POPOLO che ha scelto la via LAICA e sta
cercando di scacciare la tentazione integralista che attualmente non è
cavalcata solo dai POTENTATI ECONOMICO-CAPITALISTICI OCCIDENTALI, ma anche
dalle mafie internazionali. Siamo vicini al popolo tunisino e ne condividiamo
la lotta per la DEMOCRAZIA REALE. "Non cerchiamo le differenze, che sono una ricchezza e un valore aggiunto, ma le cose che ci uniscono per crescere insieme in LIBERTA' e DEMOCRAZIA."
Redazione
Secem
E’
morto poco dopo le 12 nell’ospedale di Ariana (Tunisi) Mohamed
Brahmi, dirigente del Fronte Popolare (sinistra) e deputato dell’Assemblea
costituente tunisina, caduto questa mattina in un agguato davanti alla
sua abitazione. Secondo le prime notizie, Brahmi e’ stato falciato da 11 colpi
di arma da fuoco a Citè Al Ghazela, sotto gli occhi dei familiari, tra cui la figlia.
A sparare sono stati due sicari, poi fuggiti in motocicletta. Sono modalità e
prassi del tutto estranee alla storia tunisina.
Subito
dopo l’agguato, una folla di simpatizzanti dell’opposizione si è
radunata davanti all’ospedale e nella centrale Avenue Bourguiba. E nel Paese
cresce la tensione: in una giornata di festa della Repubblica ( 25
luglio) e della bandiera nazionale, e a pochi giorni dal sesto mese
dall’assassinio di Chokri Belaid (numero due del Fronte Popolare,
assassinato il 6 febbraio scorso), un altro dirigente della stessa coalizione
di sinistra viene ucciso sotto casa. Soltanto ieri sera un esponente di Ennhada,
il principale partito di governo, aveva annunciato che il governo aveva
individuato esecutori e mandanti dell’omicidio di Chokri Belaid, e che tra
pochi giorni tutto sarebbe stato reso noto.
A
febbraio l’assassinio di Belaid era stato attribuito da gran parte della
opinione pubblica agli islamisti e gli stessi esponenti di Ennahda, per
scaricare le accuse, avevano indicato gruppi estremisti salafiti. Una
straordinaria mobilitazione popolare aveva accompagnato Belaid al
cimitero. Mentre pochi giorni fa a Milano, ospite della festa di
Sinistra Ecologia e Libertà, la vedova di Belaid Basma Kalfaoui aveva
detto di non aver ricevuto notizie complete e credibili sulle indagini in
corso, annunciando una manifestazione per il prossimo 6 agosto. Un’occasione
per ribadire l’unità dell’opposizione politica, sociale e culturale al
governo in carica, teoricamente ormai scaduto perché la Costituente
avrebbe dovuto da tempo concludere i suoi lavori.
Brahmi era il leader di una delle formazioni
di tradizione nazionalista confluite nel Fronte Popolare di sinistra, una
coalizione che si è rafforzata nei sondaggi dopo la mobilitazione per Chokri
Belaid, raggiungendo però al massimo il 10% dei consensi. E’ la stessa
coalizione dove militano anche i più radicali oppositori degli islamisti.
Radia Nasraoui, moglie del leader comunista Hamma Hammami (numero uno
del Fronte), una degli avvocati più illustri del Paese , è entrata nel collegio
di difesa della Femen Amina.
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