mercoledì 5 febbraio 2014

I PARTITI POLITICI IN ITALIA

 
Una riflessione socio-culturale e storica va fatta, oggi, sul sistema dei Partiti in Italia. Dopo la caduta della monarchia, fraudolenta e incapace dei Savoia, l'Italia si è spaccata in due fronti: Sinistra e Destra. Questo modello, ereditato dal Movimento di Liberazione partigiano, costituisce il campo della struttura politico sociale italiana nel quale si innesta il terzo partito, quello cattolico della classe media (La Democrazia Cristiana), che diventerà il grande mediatore dei poteri in gioco e il garante del modello sociale sturziano che stabilisce nei cardini della Salute, della Giustizia e dell'Istruzione (Corpi fondanti dello Stato Italiano) il principio costituzionale dell'equilibrio. L'Italia, che esce dalla grande guerra con le ossa rotte e con un debito nei confronti delle nazioni vincitrici, riesce a creare un sistema di associazioni politiche che si basano su tre modelli precisi: 1) Il modello socialdemocratico (PCI, PSI); 2) il modello liberale ( PLI, PRI); il modello cattolico-sociale (DC). Intorno a questi tre assi si sviluppano molti partiti satelliti, tutti, comunque, legati da un fermento ideale forte e riconoscibile. Pur restando all'interno del campo dei vincitori della guerra e con un modello pianificato di capitalismo di destra, l'Italia della ricostruzione crea modelli di stato sociale e di protezione e solidarietà che sono stai per molti anni all'avanguardia e che per molto tempo saranno terreno di lotta e scambio culturale tra partiti politici veri che hanno modelli e ideali a corredo. Il crollo del muro di Berlino in Italia avviene quando, per un gioco di interessi clerical-finanziari e mafiosi, si crea un manipolo di demagoghi e qualunquisti che porta, con l'aiuto dei servizi segreti americani, alla fine delle nozze tra Partito Comunista e Democrazia Cristiana che avrebbe incluso, pericolosamente per chi deteneva il potere finanziario di allora, il PSI. Il muro cade con l'uccisione, guidata e ordinata dai servizi segreti deviati e compiuta da un commandos di mercenari provenienti dalle fila delle Brigate Rosse, di Aldo Moro. E' il segnale che il modello di capitalismo socialdemocratico italiano non deve svilupparsi. Da allora è tutto un susseguirsi di disfatte e di ricomposizioni, ma il senso vero che avevano i PARTITI POLITICI è finito. Con la crisi della seconda Repubblica muore l'idea sturziana di stato sociale e con essa la Democrazia Cristiana. Sotto i colpi dei demagoghi del PCI, diventato PDS, crolla il muro socialdemocratico che proteggeva la classe media italiana e nasce un partito raccogliticcio che non ha ne ideali ne modelli. Tutto si unifica e si diluisce fino agli anni '90 in cui un venditore di fumo, un altro demagogo, costruisce un partito di stampo egotistico che riesce a raccogliere intorno a se la destra e il capitalismo finanziario e clericale. A poco a poco questo commercio di poltrone continua e perpetra  un'occupaziione  dello Stato e della sua macchina amministrativa e si innesca una trattativa, forzata anche con una serie di attentati  "Mafia - Stato". Infine non ci sono più modelli sociali importanti, resta in campo una società disgregata e divisa  secondo le logiche del mercato  globale e del consumismo. Nasce così la "CASTA", un super Partito che, pur nelle divisioni personalistiche dell'uno o dell'altro schieramento e nel finto bipolarismo, non avendo ideali e modelli da seguire, serve solo a gestire il potere. Le Banche e la grande Finanza si impadroniscono di questo sistema fino a sovrapporlo anche al modello democratico costituzionale e a rendere la democrazia, in realtà, una dittatura della Finanza. In Italia oggi non ci sono più i PARTITI POLITICI, purtroppo non c'è neppure più la DEMOCRAZIA e la Volontà popolare viene sempre ignorata come la carta costituzionale.
 
Ugo Arioti 

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