La guerra per la conquista del mito “Europa”
L’Ucraina precipita di nuovo nello scontro totale tra le fazioni
della protesta antigovernativa e la polizia. A Kiev, dopo alcuni giorni di
tregua, è stato un martedì di vera e propria guerriglia. Con il più tragico
bilancio finora registrato dall’inizio della protesta: le vittime, a sera, sono
almeno 20. Si stringe la morsa del Cremlino intorno alla Nazione
satellite. Il blocco sovietico non ammette la secessione della nazione ucraina.
Intanto, le Nazioni Unite stanno a guardare e la Germania getta tizzoni accesi
per rinfocolare la rivendicazione del popolo ucraino verso un domani “migliore”
in Europa. Non è il momento di chiedersi se sia giusto o sbagliato, vista la
decadenza delle democrazie del vecchio continente, ma è giusto e legittimo che
una Nazione scelga autonomamente il suo avvenire, salvo poi a trovarsi “dalla
padella nella brace ( vedi Grecia). Intanto solidarizziamo con il popolo
ucraino che è costretto da un Presidente con poteri da dittatore a vivere e
subire la crisi economica pagando tassa alla Russia di Putin che, come nelle
migliori dittature che l’Europa ha conosciuto, emette Leggi razziali e limita
la libertà dei suoi stessi cittadini. Tante le contraddizioni e tante le
domande, ma ora è il momento della solidarietà con chi soffre e con chi va a
morire per dare ai propri figli una speranza. Vorremmo vedere in questa gara di
solidarietà che le Nazioni Unite facessero sentire la voce del Mondo, ma siamo
convinti che per l’ONU gli ucraini, come il martoriatissimo e stremato popolo
siriano, purtroppo, sono merce di scambio.
Ugo Arioti
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