sabato 21 marzo 2015

Gli animali? Si arrabbiano e sono felici proprio come noi


Abbiamo scelto di pubblicare questo articolo della dottoressa Gasperini, uscito in questi giorni su Repubblica, perché noi “esseri umani” ci comportiamo male nei confronti del resto del Regno animale e vegetale e pensiamo, sbagliando clamorosamente, di essere solo noi a provare sentimenti, angosce, paure e felicità, come vi dico spesso: meditate gente, meditate!

Ugo Arioti

 


Gli animali? Si arrabbiano e sono felici proprio come noi

Charles Darwin è stato il primo scienziato a individuare negli animali sentimenti come rabbia, felicità, tristezza, disgusto, paura e sorpresa. E la ricerca scientifica moderna sta finalmente convalidando ciò che in parte si era già intuito: che gli animali provano emozioni al pari degli uomini, con sentimenti che spaziano dalla gioia al dolore, dalla gelosia alla rabbia, fino all'imbarazzo

 

DI  BRUNELLA GASPERINI, PSICOLOGA

La ricerca scientifica moderna sta finalmente convalidando ciò che in parte si era già intuito: che gli animali provano emozioni, proprio come noi. Sono in grado di sentire gioia, dolore, gelosia, rabbia, imbarazzo.
Oggi sappiamo che elefanti, lontre e alcuni uccelli esprimono ad esempio dispiacere, che pecore e molti altri animali sono in grado di riconoscere volti umani, che topi, galline e cetacei sono empatici, che alcuni pesci posseggono abilità cognitive. Che scimmie, cani, corvi, tartarughe, pesci e persino polpi soffrono, gioiscono, si arrabbiano. E che la maggior parte degli animali è dotata di una personalità e di specifiche individualità.
Sta diventando sempre più evidente, soprattutto nei mammiferi ma anche negli uccelli, che gli animali sono sensibili alle emozioni degli altri, reagiscono al pericolo nel tentativo di migliorare la situazione e salvarli. Sono empatici, anche nei nostri confronti. Esprimono questo straordinario aspetto di intelligenza emotiva alla base di ogni legame. Una risorsa che ci lega come esseri viventi l'uno all'altro, permette di "addomesticarci" a vicenda, condividere quello che si prova, comunicare, sintonizzarci, connetterci.

Charles Darwin è stato il primo scienziato a studiare le emozioni negli animali, individuando rabbia, felicità, tristezza, disgusto, paura e sorpresa. Ma la lista nel tempo, con l'avanzare della ricerca, si è allungata. Gelosia, vergogna, imbarazzo e poi simpatia, senso di colpa, orgoglio, invidia. Oggi lo studio delle emozioni negli animali è piuttosto dibattuto. Si discute se l'emotività animale è veramente uguale a quella umana, se gli animali provano in modo identico a noi. Del resto però anche tra uomo e uomo ci sono differenze nel modo di vivere e manifestare affetti e passioni. Sappiamo inoltre che gli animali sono in grado di esprimere la loro vita emotiva attraverso varie forme di comunicazione, la maggioranza delle quali tuttavia ancora a noi sconosciute.
Non si sa se gli animali sperimentano tutte le emozioni umane o se ne esistono alcune tutte loro misteriose per l'uomo. Ma il punto rimane un altro: non siamo uguali, umani e non, quando proviamo felicità ritrovando qualcuno che ci è caro? Non ci addoloriamo allo stesso modo quando lo perdiamo? Non si deprime ugualmente un cucciolo se viene prematuramente allontanato dalla mamma?

Marc Bekoff, professore emerito presso l'Università del Colorado, vincitore di premi Award per la scienza, uno degli etologi cognitivi pionieristici al mondo, co-fondatore con Jane Goodall di "Ethologist for Ethical Treatment of Animals" (Etologi per il trattamento etico degli animali), nel suo libro "La vita emozionale degli animali" (Oasi Alberto Perdisa), basandosi sugli studi di un'ampia varietà di specie, dimostra l'esistenza della complessa vita emotiva degli animali. Sostenendo che questi ultimi hanno grandi capacità intellettive, emotive e morali.
Quando i lupi si riuniscono scodinzolano e saltano avanti e indietro liberamente in cerchio, fa notare l'etologo, non stanno forse esprimendo felicità? Che dire degli elefanti quando si ritrovano, sventolano le orecchie emettendo un vocalizzo particolare di saluto: non è gioia? Non è dolore l'emozione che vivono gli animali quando vengono allontanati dal gruppo o l'atteggiamento abbattuto dopo la morte di un compagno fino a smettere di mangiare e persino lasciarsi morire? Sicuramente, nonostante le differenze, tutte le specie animali condividono un nucleo molto simile di emozioni.
La convinzione che gli animali umani siano speciali e abbiano capacità uniche risulta così più un mito che una realtà. Come evidenziano studi di neuroetologia, abbiamo in comune con gli altri mammiferi e vertebrati, ma anche con gli uccelli, strutture cerebrali che sovrintendono a varie funzioni quali emozioni, comportamento e memoria a lungo termine.  E non siamo i soli animali dai grandi cervelli: scimmie, elefanti, e cetacei (delfini e balene) hanno capacità mentali sufficienti per forme complesse di coscienza.

Quando si dice che gli animali sono coscienti e intelligenti si intende che sanno cosa fare per adattarsi all'ambiente. Non sono automi guidati solo dall'istinto. Piuttosto pensano in modo attivo. Sono versatili, flessibili, coscienti e in grado di valutare come comportarsi in una data situazione.
Nel luglio del 2012 un gruppo internazionale di scienziati ha sottoscritto "La dichiarazione di Cambridge sulla coscienza" nella quale si afferma che la maggior parte degli animali è cosciente e consapevole allo stesso livello degli esseri umani. Una proclamazione pubblica importante che, insieme alle numerose evidenze scientifiche attuali, dovrebbe indurre a fare un passo indietro rispetto alla nostra supponenza, a ripensarsi in relazione ai nostri simili, gli animali appunto. Riflettendo sul modo in cui ci rapportiamo a loro, rivedendo atteggiamenti di utilizzo, abuso, sfruttamento nei loro confronti. Pensando che non siamo una specie distinta e dispensata rispetto alle altre e alla Terra. E nemmeno così evoluta.

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