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"Io
parlo ai ragazzi nelle scuole. Questa è antimafia di
facciata. Legalità è diventata ormai una parola con cui riempirsi la
bocca. Sono sconcertata e purtroppo non da ora. Anche per questo sono in
silenzio ormai da diverso tempo". Sono parole dure e amare quelle diRita
Borsellino, già europarlamentare e presidente del 'Centro studi Paolo
Borsellino', in un'intervista a "La Repubblica", a cura di
Alessandra Ziniti, sull'arresto di Roberto Helg. "Dobbiamo
ammetterlo, è più onesto: prendiamo atto che c'è parte della società che ha
fatto della legalità una convenienza e io con questa antimafia delle apparenze
non voglio avere nulla a che fare".
Non
usa mezzi termini Rita Borsellino, già da qualche mese fuori dalla scena
politica e mediatica, che come sua consuetudine sceglie la via della sobrietà.
Al termine del suo mandato da deputato europeo – lo scorso giugno - Rita
Borsellino, è tornata alla sua 'attività principale', così come
ama definirla - ma già molto tempo prima aveva preso le distanze dalle
bagarre politica e dalle passerelle dell'antimafia dei professionisti – è
tornata a quello che faceva fin dal'92, anno delle stragi, ovvero
prima di entrare in politica, e cioè andare in giro per le scuole di
ogni ordine e grado in Italia e diffonere un messaggio di legalità,
così come lo intendeva il fratello, 'formare le coscienze', là, nella scuola,
dove i ragazzi crescono e apprendono, 'in mezzo alle
nuove generazioni'.
"Dare
giudizi personali è sempre molto difficile, ma questa è una valanga che crea sconcerto
nell'opinione pubblica. Ed è una realtà che purtroppo potrebbe spingere a
buttare l'acqua sporca con tutto il bambino. E questo sarebbe pericolosissimo.
Cosa c'è che non funziona sotto le bandiere dell'antimafia? Il movimento
antimafia è nato spontaneamente in Sicilia sull'onda emotiva delle stragi del
'92. C'è tanta gente che si è messa in gioco, che ha sacrificato il suo
tempo e il suo lavoro per educare alla legalità i bambini, i ragazzi. E
purtroppo, per quanto sia doloroso dirlo, evidentemente c'è altra gente che
all'ombra di questa bandiera ha costruito i propri interessi. Purtroppo con il
passare degli anni questa parola, legalità, è diventata solo una parola di
cui riempirsi la bocca.Io penso a chi pronuncia questa parola – spiega – a
proprio uso e consumo in convegni e interviste e a chi invece ha immolato al
profondissimo concetto del rispetto della legge la propria vita. E lo ha fatto
in profonda solitudine. Ecco, ai nostri ragazzi dobbiamo dire che gli
unici esempi da seguire purtroppo sono quelli che non ci sono più. Ci vorrebbe
un sussulto di consapevolezza, un po' di dignità, un rigurgito di senso di
responsabilità. Dobbiamo essere noi i primi ad isolare questa gente".
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