Latina, in 100mila al corteo
di Libera contro le mafie. Don Ciotti: "In Italia nessuna verità sulle
stragi"
La 19esima
edizione della Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime
innocenti della criminalità organizzata. Manifestazione in mattinata nel
capoluogo pontino con Don Ciotti, il presidente del Senato Grasso e il
procuratore Caselli. Il ministro Orlando: "A breve provvedimenti"
di VALERIA FORGNONE e MANUEL MASSIMO
di VALERIA FORGNONE e MANUEL MASSIMO
In 100mila
in marcia contro le mafie. Latina si è riempita di giovani studenti, anziani,
famiglie e bambini per la XIX edizione della Giornata dell'impegno in ricordo
delle vittime delle mafie organizzata da Libera e Avviso pubblico. Nel
capoluogo pontino sono arrivate anche le biciclette della 'Transumanza per la
legalità', e poi tanti cittadini che hanno preso parte alla grande
manifestazione per stringersi intorno ai familiari delle vittime innocenti
della criminalità organizzata, tutti uniti dal comune sentimento di giustizia e
di legalità.
"Siamo venuti qui per affetto, stima e riconoscenza per questo territorio, qui ci sono belle persone e belle risorse - ha detto don Ciotti in testa al corteo - Siamo venuti per cercare verità per don Cesare Boschin e tanti altri e per non dimenticare che le organizzazioni mafiose attraversano tutto il territorio e anche l'Agro Pontino. Ho trovato migliaia di ragazzi, qui c'è un'Italia intera che si è data appuntamento", ricordando che ieri "il Papa è stato chiaro: 'Piangete e convertitevi, in ginocchio chiedo di cambiare vita'". "Le nostre antenne di cittadini ed associazioni - continua don Ciotti - ci dicono che qui le mafie non sono infiltrate, sono presenti. Fanno i loro affari nel settore dell'economia e della finanza. Se fosse solo un problema di criminalità basterebbero le forze dell'ordine ma è anche un problema di case, di povertà e di politiche sociali". Sul caso rifiuti e sulle dichiarazioni del pentito Schiavone, don Ciotti ha ricordato: "Si sapeva da vent'anni, mi sono stupito di chi si è stupito. Boschin vedeva tutto questo dalla sua finestra e sulla sua morte non sappiamo ancora la verità. Non c'è strage in Italia di cui si conosca la verità".
"Siamo venuti qui per affetto, stima e riconoscenza per questo territorio, qui ci sono belle persone e belle risorse - ha detto don Ciotti in testa al corteo - Siamo venuti per cercare verità per don Cesare Boschin e tanti altri e per non dimenticare che le organizzazioni mafiose attraversano tutto il territorio e anche l'Agro Pontino. Ho trovato migliaia di ragazzi, qui c'è un'Italia intera che si è data appuntamento", ricordando che ieri "il Papa è stato chiaro: 'Piangete e convertitevi, in ginocchio chiedo di cambiare vita'". "Le nostre antenne di cittadini ed associazioni - continua don Ciotti - ci dicono che qui le mafie non sono infiltrate, sono presenti. Fanno i loro affari nel settore dell'economia e della finanza. Se fosse solo un problema di criminalità basterebbero le forze dell'ordine ma è anche un problema di case, di povertà e di politiche sociali". Sul caso rifiuti e sulle dichiarazioni del pentito Schiavone, don Ciotti ha ricordato: "Si sapeva da vent'anni, mi sono stupito di chi si è stupito. Boschin vedeva tutto questo dalla sua finestra e sulla sua morte non sappiamo ancora la verità. Non c'è strage in Italia di cui si conosca la verità".
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