martedì 4 marzo 2014

LA GRANDE BELLEZZA appunti (Ugo Arioti)

 
Ieri sera ho scelto di vedere, in tv, la grande bellezza, il film di Sorrentino con tanti attori "speciali" e un Toni Servillo eccelso nel suo ruolo di attore della decadenza attraverso il crepuscolo degli ideali di una città immortale come Roma. 
A Roma tutto è cerimonia e rito e tutto si compie nell'atto della vita che cerca se stessa senza fretta e senza "orizzonti prestabiliti".
Un film da rivedere, anzi da rileggere, per raccogliere l'infinita sfiducia di chi sa di essere senza per questo accanirsi a fare.
Cosa puoi fare più di quello che è stato fatto ed è presente in questa città immortale che vive della sua luce amara?
Mi verrebbe di pensare ad altre città italiane ricche di tesori e di storie, ma è solo apparenza vacua e sempre riassuntiva e non estensiva.
Eppure la superfice, appena increspata, di questo magno mare di civiltà e di miti, di religioni e di fantasmi di ogni genere, è più ricca di organismi di qualsiasi altro luogo antropizzato del Mondo che conosciamo.
Qua si compie tutto e parte e arriva l'insostenibile leggerezza dell'essere.
Vorrei dire altre cose, ma preferisco meditare e digerire il primo impatto con questo film che per certi versi è felliniano  per altri neorealista.
Certamente è un film da vedere non  con un senso ma con tutti e da leggere e rileggere nelle sue fotografie e nei suoi istant.
 
Ugo Arioti

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