Memorie di Adriano di Marguerite Yourcenar ( 1951).
Il
XX° secolo ha aperto scenari grandiosi e infiniti per la fantasia e la
costruzione del Mondo che investe gli uomini con la rivoluzione tecnologica che
fornisce strumenti cognitivi sempre più sofisticati e potenti. La madre di
tutte le ricerche scientifiche arriva a produrre la macchina più grande e
potente del globo terraqueo: l’accelleratore di particelle del CERN di Ginevra,
dove si cerca la particella di Dio e la letteratura si trasforma. In questa
operazione di ricerca si distingue Marguerite Yourcenar che studia come un
archeologo poeta l’imperatore romano Adriano. Il libro descrive la storia dell'imperatore
romano Adriano immedesimandosi nella personalità dell’imperatore romano in un
modo del tutto nuovo ed originale. Marguerite immagina di fare scrivere ad Adriano una lunga
lettera nella quale parla della sua vita di imperatore all'amico Marco Aurelio,
che poi diventerà suo nipote adottivo. Un uomo che ha costruito un impero, mai
chiuso nella sua stanza del potere, ma sempre in grado di mettersi in gioco e
di mettere in gioco anche la sua umanità. Marguerite Yourcenar ha voluto
"rifare dall'interno quello che gli archeologi del secolo scorso hanno
fatto dall'esterno". Ne risulta così un libro che è al tempo stesso un
romanzo, un saggio storico, un'opera di poesia. Giudicando la propria vita di
uomo e l'opera politica, Adriano non ignora che Roma finirà un giorno per
tramontare; e tuttavia il suo senso dell'umano, ereditato dai Greci, gli fa
capire l'importanza di pensare e di servire sino alla fine. "Mi sentivo
responsabile della bellezza del mondo", dice questo personaggio che porta
su di sé i problemi degli uomini di ogni tempo, alla ricerca di un accordo tra
la felicità e il metodo, tra l'intelligenza e la volontà. Chi non ha letto
questo libro manca di una fondamentale e didattica, per certi versi, opera sull’uomo
e sulla sua stessa capacità di essere uomo d’armi e poeta, razionale e
spirituale.
Ugo
Arioti
Nessun commento:
Posta un commento