martedì 30 aprile 2013

Zero Zero Zero - Roberto Saviano

Zero Zero Zero il libro di Roberto Saviano scritto con la forza e la dolcezza della passione per le persone e le anime che vivono alla periferia del comune senso dell’esistenza

Le storie di "Zero Zero Zero" raccontano della cocaina e di chi la controlla: uomini privi della grandezza del male. A Roberto sembra che tutti vedano una realtà fasulla. "Forse sono diventato paranoico", dice. Il proibizionismo proclama la guerra allo spaccio e consegna ricchezze alle cosche in tutto il pianeta
Era molto atteso questo libro. Atteso al varco: e però è un bel libro. Ribollente di storie di umani e di altri animali, che meritano di essere raccontate perché non sono ordinarie. E non è ordinaria la passione del raccontatore. Saviano scova le storie dovunque si annidino, in rete, sui giornali, nelle testimonianze delle persone che incontra, nei documenti di indagini e processi cui ha a volte un accesso privilegiato. Sa riconoscerne e promuoverne la meraviglia - attitudine che gli schizzinosi chiamano mitomania.
Una questione corre attraverso le pagine: c'è una grandezza nei suoi criminali? C'è un rischio di nobilitazione epica nel racconto delle loro gesta colossali? Non avviene di ravvivare con loro il mito del Grande Delinquente che ispirò tanta letteratura scorsa, specialmente nella figura degli assassini di donne, di cui finalmente si constata la misura infima? Mi pare di no: nel racconto di Saviano l'enormità dell'impresa criminale - i mucchi di morti ammazzati, le montagne di soldi - va assieme alla piccineria dei suoi attori. La loro riuscita (provvisoria: muoiono presto ammazzati a loro volta o vanno in galera) è l'effetto dell'impotenza deliberata o pigra delle autorità pubbliche; e anche di un retaggio arcaico di regole - le regole di paese, della terra e del sangue, dell'Aspromonte o delle Ande - che si rivela efficace anche nell'estrema contemporaneità. Omerici tutti, ma di quella crassa e ottusa ferocia che è di Omero almeno quanto il valore e l'astuzia. Non c'è soggezione in Saviano per questi campioni. Tuttavia anche il loro scadente successo ha le sue eccezioni, anche nelle loro file si annidano paradosso e bravura.
( da repubblica.it  - Adriano Sofri)

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