< La storia o meglio le storie di Don Callo e del suo amico e factotum Paolino Cilestra, che è la reincarnazione in versione "furbetto di quartiere" del più famoso Conte di Cagliostro, anche lui palermitano, sono come una serie di "matrioske". Nell'impianto principale delle vicende narrate si innesca l'amorazzo tra Callisto, meglio Don Callo, e la giornalista Maristella Marrani, professoressa quarantenne di scuole private che fa la giornalista ed è a caccia dello scoop della vita. L'amore travolge il nostro Don Callo, cinquantino e fascinoso segretario scolastico e filosofo nonchè socio della congregazione dell'Hecce Omo e della società della cultura palermitana sponsorizzata dalla baronessa Bellomare. Questo è a grandi linee l'intreccio formale delle vicende che, una aggrappata all'altra, sono, nello stesso tempo, interdipendenti ma anche autosufficienti ... quasi . Una sorta di brogliaccio della vita di tutti i giorni attraversata dal flusso energetico dei sentimenti e devastata dal "Male" che è in perenne lotta con il "Bene" e odia gli amanti. E' evidente che lei ama gli "antieroi" e li trascina dentro stanze sconosciute raccontando tante storie diverse e sempre uguali nella loro universale e costante ricerca dell'amore eterno. >
< La ringrazio per le sue argute osservazioni. E' arrivata al senso del mio modo di narrare e descrivere la vita. Vede, io credo che, durante il percorso dell'esistenza, ci troviamo in perenne crisi! La crisi, in senso classico, è un momento di cambiamento, non è mai un momento facile, ma come tutto nella nostra vita è importante e decisivo. Callisto, come tanti funzionari, medici, impresari, magazzinieri e artigiani "imperfetti", è un uomo che attraversa la strada e incontra lungo il suo percorso "normale" una serie di porte. Apri una porta e trovi un mondo fantastico dietro che non conoscevi prima. Le porte sono tante ed è importante che ci sia un pensiero primitivo sulla sostanza che nascondono, sul dietro la porta! Perchè il dietro la porta è sempre un mondo nuovo, anche se si tratta di un semplice ripostiglio piuttosto che di un avventura meravigliosa dentro un universo di fantasia. Questa, badi bene, è una Legge universale, come la Musica e la Matematica, è la maieutica universale ed è quella che dopo una vita di porte sbagliate o giuste, dal nostro ristretto punto di vista, chiamiamo: destino! E' quello che ci fa fatalisti, pragmatici o sognatori. Il resto è strada e nella strada c'è di tutto!>
< Mi intrica, non poco, il termine "imperfetto" che lei usa per descrivere Don Callo!>
< Non solo per descrivere il nostro buon segretario scolastico del Circolo omnicomprensivo dell'Origlione a Casa Professa, ma per descrivere una serie di persone che sono, per fortuna di tutti noi e per buona sorte, umanamente " imperfetti", cioè coltivano l'umanesimo come scelta di vita costante e permeante. Un esempio è il cantautore Vecchioni, buon professore e ottimo cantautore, ma lo stesso compianto Enzo Jannacci, ottimo cardiologo e Re del pop italiano e del cabaret. Vede quante persone come Don Callo che ama la filosofia e tiene pure conferenze sul tema dell'anima e dei suoi vettori universali, rifacendosi a Pitagora e al moto delle particelle calde e fredde, con quale passione affrontano la vita e la vivono; Callisto, nonostante sia rimasto orfano in giovane età e sia cresciuto in un quartiere popolare, è un imperfetto che ha sempre bisogno di cercare e osservare. Per me, il massimo di questo prototipo umano, è Leonardo, si Leonardo da Vinci era uno che era veramente e magistralmente "imperfetto". >
< Mi spieghi meglio questo modo di essere!?>
< Certamente, lei pensi a un ottimo medico, mettiamo un oncologo, che da la sua perfetta diagnosi ad una ammalata di cancro. Il medico perfetto è quello che crudamente sciorina i dati giusti e analitici della malattia ponendo in stato di inferiorità il malato, mentre il medico imperfetto, con il suo umanesimo e la sua capacità di vedere oltre, cercherà un punto di dialogo per mettersi al servizio del malato come suo mentore e allenatore e lo stimolerà, senza farlo sentire impotente, ad allenarsi per vincere la sua battaglia!>
< Mi piace conversare con lei perchè, come lei stesso ha appena detto, le porte sono infinite e bisogna sempre essere imperfetti per costruire nuovi mondi e nuove immagini di noi stessi cercando di superare gli ostacoli che si possono superare e, in fondo alla sua storia ce ne uno che proprio non si può baipassare, ma come dice lei, anche quella è una porta e dobbiamo vederci dietro ancora un altra storia fantastica!>
< Certo! Positivi oltre l'ultima porta è semplice, ma per chi non vuole mai aprire le porte lungo la sua strada non è mai facile; sono gli uomini perfetti, quelli che creano il POTERE davanti alla porta e non vogliono che si sappia quello che c'è dietro!>
< Grazie Don ... Ugo, lapsus. La ringrazio per la sua gentile presenza e per i suoi racconti. Spero di leggerne un altro prima di fine anno!?!>
< Alla prossima porta!>
< Alla prossima porta!>
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