La letteratura e la sociologia contemporanee, che camminano
a braccetto per i sentieri dell’attualità, sono disposte in una condizione
ibrida che appare anche posticcia e acroma, al di là di una frattura che ha
posto fine idealmente a una lunga storia di repressione, di morali coercitive e
limitanti. Uno dei sociologi più influenti ai giorni nostri, Zygmunt Bauman, ha
tracciato il passaggio epocale dal disagio della civiltà freudiano all’odierno
disagio della libertà. La liberazione dalla sessualità “legale” a quella
“liberalizzata” ha portato con se nuove condizioni di limite che non hanno
riferimenti se non nell’inconscio animalesco dell’individuo, lasciato a se
stesso, alla sua paura della vita e ai suoi limiti fisici gestiti da un sistema
che divide in clan gli individui, provocando una recessione senza confini,
all’indietro. Il problema del desiderio ai giorni nostri non sarebbe tanto lo
scontro con un limite, un divieto, quanto invece una libertà indeterminata che
rischia di tramutarsi in smarrimento, perdita di intensità e significato. Al sociologo Zygmunt
Bauman si deve la particolare definizione di “modernità liquida”. Secondo
Bauman nella società contemporanea si
sono “liquefatti” i legami tra gli individui, legami sociali che tendono
a dissiparsi, a disgregarsi e a diventare sempre più effimeri. Bauman pensa che
il “processo di liquefazione” si attui in diversi ambiti della vita nella
società contemporanea come ad esempio il lavoro, la comunità, l'individuo, come già detto i rapporti
sociali, la libertà, le strutture sociali etc. Ritornando
ai legami sociali e personali per Bauman la liquefazione produce un
individuo afflitto dalla solitudine, egoista ed egocentrico,
che vive in un tempo anche esso liquido, non solido come nelle società
premoderne. Secondo Bauman stiamo vivendo una fase della modernità che cancella
la fiducia, la compassione, la pietà e invece si assiste ad un gorgo
di smarrimenti e stordimenti dove uomini e donne si scoprono
immersi tra il vuoto esterno e lo svuotamento interiore. Non c'è “gabbia
d'acciaio” che possa reggere contro la modernità liquida: essa ci pervade, è
invasiva, penetrante e disintegra tutto ciò che tocca. L'uomo
in questa modernità liquida è disorientato e spaesato di fronte
alla miriade di messaggi che lo “colpiscono” ogni giorno. L'uomo si ritrova ad
essere un “punto instabile” in un “universo di oggetti in movimento”. Inoltre
l'incontro tra le persone nei luoghi pubblici è un incontro fra estranei:
secondo Bauman l'incontro di individui in luoghi atti al consumo per esempio è
un incontro tra persone che non si conoscono e non si conosceranno
certo grazie all'incontro in quel luogo perché il consumo è un atto
individuale. Inoltre egli evidenzia anche il fatto che ci siano dei non-luoghi
come gli aeroporti dove il passaggio in questi luoghi non da ai luoghi stessi
nessun senso.
Note biografiche:
Nato da genitori ebrei a Poznań, città in
Polonia, nel 1925, Bauman fuggì nella zona di occupazione sovietica dopo che la
Polonia fu invasa dalle truppe tedesche nel 1939 all'inizio della seconda
guerra mondiale, e successivamente divenuto comunista si arruolò in una unità militare
sovietica. Dopo la guerra, egli iniziò a studiare sociologia all'Università di
Varsavia, dove insegnavano Stanislaw Ossowsky e Julian Hochfeld. Durante una
permanenza alla London School of Economics, preparò la sua maggiore
dissertazione sul socialismo britannico che fu pubblicata nel 1959.
Bauman collaborò con numerose riviste
specializzate tra cui la popolare Socjologia na co dzien ("La
Sociologia di tutti i giorni", del 1964), che raggiungeva un pubblico più
vasto del circuito accademico. Inizialmente, egli rimase vicino al
marxismo-leninismo ufficiale; si avvicinò in seguito ad Antonio Gramsci e Georg
Simmel soprattutto dopo il 1956 e la destalinizzazione.
Nel marzo del 1968, la ripresa
dell'antisemitismo, utilizzato anche nella lotta politica interna in Polonia,
spinse molti ebrei polacchi a emigrare all'estero; tra questi, molti
intellettuali distaccatisi dal regime. Bauman, che aveva perso la sua cattedra
all'Università di Varsavia, fu uno di questi. Egli dapprima emigrò in Israele
per andare a insegnare all'Università di Tel Aviv; successivamente accettò una
cattedra di sociologia all'Università di Leeds, dove dal 1971 al 1990 è stato
professore. Dal 1971 ha quasi sempre scritto in lingua inglese. Sul finire
degli anni ottanta, si è guadagnato una fama internazionale grazie ai suoi
studi riguardanti la connessione tra la cultura della modernità e il
totalitarismo, in particolar modo sul nazismo e l'Olocausto. Ha assunto anche
la nazionalità inglese.
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