venerdì 8 marzo 2013

LA FELICITA' UMANA O QUELLA DELLE BANCHE?


In tutto ciò che si muove c’è vita, ma quello che non conosciamo e non controlliamo del tutto ci spaventa sempre. Ci spaventa il dopo l’esplosione, anche se siamo i primi a soffiare nel fuoco! Viviamo nell’attesa di un miglioramento che viene dall’esterno, che è altro rispetto a noi, ma abbiamo paura che poi questo trascini con se anche il nostro stile di vita e le nostre cose, accumulate nel tempo e conservate per i nostri discendenti, magari. Questo è lo stadio primo della morte. Conservare e trattenere.
Ricordo una anziana signora che alla veneranda età di sessant’anni ancora andava a pulire in alcuni stabili le scale per poter mantenere e mantenersi. La incontrai un giorno in un autobus, la signora saliva col suo vecchio pastrano verde un po’ consunto, ma pulito, e con la sua bell’immagine di donna lavoratrice, bel viso segnato dalle rughe dell’età e dal peso di un lavoro faticoso, sguardo aperto, solare, capelli grigi, non colorati, stanca e con un secchiello in mano dove stavano alcuni stracci. Nel retro dell’autobus, dove era salita e dove io già mi trovavo, in una fila di cinque posti ce ne era uno libero accanto ad una altrettanto bella signora ben vestita, racchiusa come una bomboniera di confetti d’epoca in pelliccia non sintetica, ben ostentata, ad occhio e croce avranno avuto la stessa età. La signora “ impellicciata” sedeva proprio vicino al posto vacante dove l’anziana lavoratrice stava per sedersi. Ricordo che mostrò segni di fastidio vedendo che quella povera donna stava per sedere accanto ad una signora come lei, ben vestita e a modo. Fu allora che dentro la popolana in pastrano verde scattò la molla della lingua e parlò con Dio, mentre sedeva e riposava le sue stanche ossa, dignitosa e seria come un filosofo con la sua scuola. “ Ah, Gesù, Gesù! Io non ti procuro altri guai! Non ho niente altro che me stessa e sono sempre pronta a partire per te, io non lascio guerre dietro di me, ma una scia di profumo …”  Compresi a chi si rivolgeva la donna, a tutti e alla sua vicina di posto, ma, al contempo, capì e mi restarono scolpite quelle parole: “non lascio guerre dietro di me, ma una scia di profumo”. Nessun bottino su cui eredi poco interessati in vita si reclamano vincitori, la signora con la pelliccia forse ne sa qualcosa e tanti di noi lo sanno, ma poi la delicatezza di quel “ ma una scia di profumo”, come per dire lascio tutto a posto, tipicamente femminile e materno. Un uomo muore dove capita e senza ordine, una donna prima mette tutto a posto e poi si addormenta. Lei dopo la sua partenza lasciava una scia di profumo, come dopo aver lavato sette piani di scala con un deodorante profumato o un essenza di zaghera. Quanta dignità! Quanta bellezza! Spesso, troppo spesso, ci infastidisce tutto quello che porta con se i segni della povertà, ma mi chiedo, quale è la vera povertà? C’è un piccolo grande uomo in Montevideo ( Uruguay)José Alberto "Pepe" Mujica Cordano Senatore della Repubblica e Presidente. Il suo mandato è iniziato il 1º marzo 2010.
Un uomo con un passato da guerrigliero ai tempi della dittatura, che è stato eletto come deputato, senatore ed infine tra il 2005 ed il 2008 ha ricoperto la carica di ministro "de Ganadería, Agricultura y Pesca". È stato il leader della corrente del Movimento di Partecipazione Popolare, settore maggioritario del Frente Amplio fino alle sue dimissioni avvenute il 24 maggio 2009. Il 30 novembre 2009 ha vinto le elezioni presidenziali.
Ma la cosa più importante è che questo uomo del Popolo, che riceve dallo stato uruguaiano un appannaggio di 12.000 dollari al mese per il suo lavoro alla guida del paese, ne dona circa il 90% a favore di Organizzazioni non governative ed a persone bisognose. La sua automobile è un Maggiolino degli anni '70. Vive in una piccola fattoria nella periferia di Montevideo. Il resto del suo stipendio è circa di 1.500 dollari; in un'intervista il presidente ha dichiarato: "Questi soldi mi devono bastare perché ci sono molti Uruguaiani che vivono con molto meno!"
Pepe dice:” Povero non è colui che ha poco, ma colui che desidera sempre di più”! Inutile aggiungere che era quello che la anziana, stanca, ma lucida, lavascale enunciava alla signora in pelliccia infastidita di doversi trovare seduta accanto una donna “povera”. Mi accorgo allora di un'altra brutta storia. Abbiamo dato in mano la nostra vita e quella dei nostri figli, prima a squali industriali che devastavano i territori, portando via dalle campagne la gente per costruire e nutrire le loro fabbriche dove la produzione e fine a se stessa e non è più come nell’umanesimo l’uomo al centro, ma il denaro e da qui attraverso al più scellerato patto liberista siamo arrivati alla dittatura della finanza. Sto correndo?
Dall’uomo che è misura ed è misurato e regolato in un ambiente universalmente amato e rispettato ad un uomo che non esiste più ne nella misura ne nel pensiero : un INFELICE.
Pescando nel grande laboratorio democratico di riscatto dalla povertà e dall’emarginazione che è, per me, oggi l’America latina penso ad uno slogan, che più che altro chiamerei una linea guida che viene proprio dal continente del compianto comandante Chavez, di Mujica, Lula: IL PRIMO ELEMENTO PER CREARE UN BUON AMBIENTE E UN VERO SVILUPPO ECONOMICO E’ LA FELICITA’ UMANA!
Resta da capire quale è il percorso per arrivare a questa Felicità.
Il Pontefice Emerito Benedetto XVI scrive in una sua enciclica: La carità è il dono più grande che Dio abbia dato agli uomini, è sua promessa e nostra speranza.  Sono consapevole degli sviamenti e degli svuotamenti di senso a cui la carità è andata e va incontro, con il conseguente rischio di fraintenderla, di estrometterla dal vissuto etico e, in ogni caso, di impedirne la corretta valorizzazione. In ambito sociale, giuridico, culturale, politico, economico, ossia nei contesti più esposti a tale pericolo, ne viene dichiarata facilmente l'irrilevanza a interpretare e a dirigere le responsabilità morali.
La via è la “caritas” cioè l’AMORE absoltum? In un mondo che vive di sofismi e di messaggi subliminali continui che separano la verità dall’amore? 
Ecco che immediatamente distinguo i ruoli e non posso credere che un compagno Presidente italiano come Giorgio Napolitano, persona intelligente, capace e con una storia bella alle spalle, sia quello che ha dato al banchiere Mario Monti in mano le redini dell’Italia, negando quello che “ Pepe” un altro Presidente, dall’altra parte del mondo, va predicando, la felicità umana, e la abbia barattato con la felicità del grande capitale finanziario speculativo mondiale e delle banche, oggi i veri e soli oppressori.

Ugo Arioti
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3 commenti:

  1. nelle poleis greche il re era un pastore o un agricoltore o uno del popolo che aveva alcune capacità organizzative importanti per la comunità e non un mestierante riempito di soldi che ne cerca ancora con corruzione e appoggi alle banche e agli speculatori finanziari ... allora facciamo per la prima volta anche in Italia un governo a 5 stelle con la gente vera e non con i mestieranti. E' sicuro che almeno risparmieremo tantissimi miliardi.

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    1. Mi fai venire una riflessione melanconica, penso che la Semplicità e la "naturalità" è senza speranza, mentre la complicazione porta con se un termine futuro di speranza. Allora è meglio vivere come i popoli primitivi, secondo le Leggi della Natura, senza inquinare, vivendo, cioè, in maniera ecosostenibile o, invece, dobbiamo costruire strutture sempre più complicate per capire quello che non serve alla"goccia" quando alla fine del suo percorso si perde in un mare d'acqua????

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  2. .


    " Mi chiamano il presidente più povero del mondo, ma io non mi sento povero. I poveri sono coloro che lavorano solo per cercare di mantenere uno stile di vita costoso e vogliono sempre di più. E’ una questione di libertà. Se non si dispone di molti beni allora non c'è bisogno di lavorare per tutta la vita come uno schiavo per sostenerli, e si ha più tempo per se stessi."

    José "Pepe" Mujica, Presidente dell'Uruguay

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