Prima di Pasqua verrà eletto il 266° Papa della Chiesa cattolica. Mentre ci si prepara all’inizio del Concistoro che decreterà il successore di Benedetto XVI, è già un rincorrersi di ipotesi e nomi in merito ai ‘papabili’ papi.
Tranne che non si sia appassionati di storia della chiesa, in pochi sanno che i papi siciliani sono stati quattro, e che si sono avvicendati al trono di Pietro in poco meno di un secolo, ovvero tra il 678 ed il 772. I loro sono ritratti di uomini di un tempo lontano, personaggi consegnati alla storia, figure mitiche intorno alle quali aleggiano aneddoti e leggende.
Il primo siciliano a diventare pontefice è stato Agatone, che la storia vuole eletto alla veneranda età di 103 anni. Nato a Palermo nel 575 è venerato come santo sia dalla chiesa cattolica che da quella ortodossa. Si distinse per profondità di dottrina e spirito caritativo. Durante il suo papato, durato tre anni, Agatone organizzò il sesto concilio ecumenico, nel corso del quale venne dichiarata eretica la dottrina relativa al monotelismo di Cristo, ovvero alla tesi della presenza nel figlio di Dio della sola natura divina e l’assenza di libera volontà umana che gli avrebbe permesso di peccare. Dopo il concilio l’assioma della duplice natura, umana e divina di Gesù, divenne uno dei fondamenti del cattolicesimo.
Alla morte di Agatone gli succedette Papa Leone II, anch’egli santo, salito al soglio pontificio al quale rimase per soli 11 mesi, all’età di 72 anni. Nato in Calabria secondo alcune fonti, era originario di Aidone, in provincia di Enna. La brevità del suo pontificato non gli permise di incidere in maniera rilevante sulla storia della chiesa, tuttavia viene ricordato per aver istituito l’aspersione dell’acqua santa sui fedeli e per la “maledizione di San Leone”, un aneddoto che giustificherebbe la sfortuna che secondo gli aidonesi si accompagna con l’alzarsi di una fitta nebbiolina che avvolge spesso il paese. La maledizione non sarebbe altro che diretta conseguenza del grande amore che legava Leone alla madre. Appartenente ad una famiglia molto povera, diventato Papa avrebbe inviato nel paese di origine alcuni emissari incaricati di portare con sé la madre a Roma affinché potesse vivere in Vaticano accanto al figlio. Al loro arrivo, gli uomini di Leone III, trovarono una donna vestita di cenci, sopraffatta dagli stenti, costretta a fare la lavandaia per procurarsi un tozzo di pane. Incontrata la madre a Roma, il nuovo Papa ne constata le gravi condizioni di miseria e di abbandono e sopraffatto dalla compassione per le sofferenze patite da chi lo aveva messo al mondo ed allevato amorevolmente, esclamando “siete dei miserabili e per sempre lo sarete” maledisse i propri concittadini per non essersi presi cura della madre del Papa.
A distanza di quattro anni, e dopo tre papi, un altro siciliano viene eletto pontefice nel 687, è Sergio I, venerato santo, palermitano di origine siriana. Il suo papato, iniziato all’età di 37 anni, si concluse 14 anni dopo. Introdusse nella liturgia la preghiera dell’Agnus Dei e stabilì che per ogni consacrazione i vescovi si recassero a Roma.
Ultimo pontefice siciliano fu Stefano III, eletto nel 768 e rimasto in carica per tre anni e mezzo. Nativo di Siracusa, sono poche le notizie disponibili su di lui. Viene ricordato per le sue doti diplomatiche, favorì infatti l’alleanza tra il papato e i Franchi in contrapposizione ai Longobardi.
Adesso non ci resta che aspettare l’annuncio “Habemus Papam”. Tra i più ‘quotati’ successori al soglio pontificio, ci sono gli africani Peter Turkson, ghanese, 64 anni nonché presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace e il cardinale nigeriano Francis Arinze, ottant’anni.
E se Nanni Moretti con il suo film Habemus Papam ci aveva visto lungo, ‘profetizzando’ le dimissioni di un Pontefice, chissà che non dovremo dire lo stesso citando una canzone di qualche anno fa di Elio e le storie tese: “Sarà vero, dopo Miss Italia avere un Papa nero?”